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INCENTIVO PROGETTAZIONE – PUBBLICO IMPIEGO

INCENTIVO PROGETTAZIONE – PUBBLICO IMPIEGOPiù mobilità per i pubblici. Senza il nullaosta dell’ente passaggi volontari solo nei ministeri. Decreto Pa. Niente più consenso del dipendente per i trasferimenti nello stesso comune o entro i 50 chilometri.

Una spinta forte alla mobilità obbligatoria, mentre sulla volontaria le novità sembrano limitarsi a qualche piccola sperimentazione, un deciso accompagnamento all’uscita dei dipendenti vicini alla pensione, che rafforza comunque regole già presenti nell’ordinamento, e un taglio secco ai compensi aggiuntivi che fino a oggi hanno accompagnato mansioni “ordinarie“.
Sul piano dell’attuazione concreta suona così la riforma della Pubblica amministrazione, almeno nelle bozze circolate fino a ieri sera in attesa del testo definitivo, per la parte che riguarda il pubblico impiego.
Sulla mobilità, la regola chiave è quella che considera unica «unità produttiva» tutti gli uffici collocati nello stesso Comune o comunque a 50 chilometri di distanza dalla sede di prima assegnazione del dipendente. Questo significa, Codice civile alla mano (articolo 2103), che gli spostamenti in questo raggio possono essere decisi dall’amministrazione senza il consenso del dipendente.
Il riferimento ai 50 chilometri interessa ovviamente in via quasi esclusiva le Pa centrali o regionali, ma attenzione: se il dipendente è già stato trasferito in passato (ma qui il testo della bozza zoppica parecchio), il nuovo spostamento deve avvenire in un raggio di cinque chilometri. Sulla mobilità volontaria, invece, l’addio al nulla osta dell’amministrazione cedente è per ora limitato, in via sperimentale, alle sedi centrali di ministeri, agenzie ed enti non economici: una questione solo romana, insomma, in attesa di sviluppi su un’ipotetica individuazione dei «fabbisogni standard di personale» delle Pa.
Decisamente più forti le regole accompagnate dalle tagliole per cancellare i compensi aggiuntivi di varie categorie di personale. Oltre ai 347 avvocati dello Stato e ai quasi 4mila segretari comunali, che perdono i «diritti di rogito» con cui la loro busta paga poteva crescere anche di un terzo (si veda Il Sole 24 Ore di sabato scorso), 
una sforbiciata drastica arriva per i progettisti interni alle Pubbliche amministrazioni, che vedono sfumare gli «incentivi Merloni»: questi “premi“, che riguardano decine di migliaia di persone in tutte le Pa centrali e locali, servivano a incentivare i progetti realizzati all’interno dell’amministrazione evitando di affidare consulenze esterne, potevano arrivare al 2% del valore dell’opera e avevano già subito un taglio allo 0,5%, poi cancellato. Solo il testo definitivo permetterà di capire se l’abolizione interverrà per «competenza», impedendo di fissare premi d’ora in poi, o per «cassa», cancellando anche gli incentivi già decisi ma non ancora pagati.
Più variegati, infine, sembrano gli effetti dell’addio tout court al possibile trattenimento biennale in servizio dopo il raggiungimento dei requisiti previdenziali, che in particolare negli enti territoriali era ormai poco usato perché veniva conteggiato come nuova assunzione nei vincoli al turn over 
(articolo Il Sole 24 Ore del 17.06.2014).

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