Tullio de Padua – Ariano Irpino Informazioni & Risposte

Tullio de Padua – Ariano Irpino
Riforma delle pensioni ed errori dell’Inps: ultime novità

Riforma delle pensioni ed errori dell’Inps: ultime novità

 

La riforma delle pensioni Renzi prende quota e si avvicina al suo iter legislativo? Pare di si: la notizia dell’ultim’ora è che si sta affrontando tutta una serie di questioni rimaste in sospeso a causa della legge Fornero: dai Quota 96 scuola agli esodati, dall’opzione donna al prestito pensionistico.

A proposito di Fornero, sono state le sue dichiarazioni sulla riforma delle pensioni a scatenare un vero e proprio putiferio: l’ex Ministro del Lavoro ieri ha ammesso che la sua riforma delle pensioni può essere cambiata concedendo ai lavoratori maggiore flessibilità in uscita.

Quindi? Quali sono le strategie per la riforma delle pensioni pubbliche e private? Secondo il ministro del Welfare Giuliano Poletti, due sono le categorie che meritano la precedenza e cioè esodati ecoloro che hanno perso il lavoro e ora sono senza ammortizzatori o pensione. Inoltre per il ministro ogni discorso sulla flessibilità va inserito nelle dinamiche che riguardano le “scelte del governo sull’utilizzazione delle risorse“.

Riforma delle pensioni: le idee al vaglio del Governo

La commissione Lavoro della Camera, guidata da Cesare Damiano (Pd), propone il ritorno al sistema delle quote con la possibilità di andare in pensione a 62 anni, con 35 anni di contributi e con una penalizzazione intorno all’8%.

L’ex ministro del Lavoro Giovannini invece suggerisce il prestito previdenzialesi esce un po’ prima con una assegno anticipato che verrà restituito man mano. La sede per l’eventuale modifica sarà dunque la prossima Legge di Stabilità a cui i tecnici dell’esecutivo stanno iniziando a lavorare.

Pensioni pubbliche, lo status quo

I dipendenti pubblici che hanno maturato un qualsiasi diritto a pensione con le regole previgenti la riforma Monti-Fornero e che sono ancora in servizio dovranno lasciare il posto di lavoro al compimento del 65esimo anno di età.

Lo ha precisato, con un’interpretazione autentica, l’articolo 2, comma 4 del Dl 101/2013 che ha risposto a alla decisione del Tar del Lazio che aveva di fatto messo in dubbio la possibilità per le PA di collocare a riposo i dipendenti secondo le regole di pensionamento previgenti.

In altri termini il 65esimo anno di età il limite invalicabile nei confronti di quei lavoratori con un qualsiasi diritto a pensione perfezionato entro il 31 dicembre 2011. E per effetto della recente abolizione del trattenimento in servizio (dl 90/2014) le eventuali prosecuzioni potranno essere ammesse solo al fine di garantire continuità tra stipendio e assegno pensionistico nell’ipotesi in cui la decorrenza di quest’ultimo non sia immediata.

Inoltre, il rapporto di lavoro potrà essere risolto anche al compimento del 40esimo anno contributivo qualora tale ipotesi sia applicabile all’Ente. L’articolo 72, comma 11, del Dl 112/2008 concede infatti la possibilità in capo alle amministrazioni di risolvere il rapporto di lavoro nei casi di raggiungimento dell’anzianità massima contributiva di 40 anni.

Pensioni ed errori dell’Inps: come fare

Nel frattempo è partita la prima possibilità di richiesta di ricalcolo della pensione per errori commessi dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Per chiedere, infatti, la verifica e la correzione dell’importo dell’assegno si dovrà agire entro tre anni dalla liquidazione. E a comunicare la novità è stato l’Inps stesso.

Da luglio verrà infatti corrisposta negli assegni pensione dei lavoratori statali la quattordicesima come somma aggiuntiva spettante in base alla legge n.127 del 2007. “Nei confronti dei pensionati della gestione dei dipendenti pubblici che hanno compiuto o che compiono nel corso del corrente anno i 64 anni di età e che abbiano un reddito complessivo individuale pari o inferiore ad una volta e mezzo il trattamento minimo Inps (che per l’anno 2014 è pari ad 9.776,91 euro annui a cui corrisponde un importo mensile di 752,07 euro), le disposizioni normative richiamate in oggetto prevedono che venga corrisposta nel mese di luglio, una cifra aggiuntiva al trattamento pensionistico il cui importo è differenziato in funzione dell’anzianità contributiva posseduta”, si legge nella nota INPS.

Da:comuni.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *